Liberamente tratto dall’Eneide di Virgilio
Uno spettacolo di Stefano Cenci
Una creazione collettiva Dimensioni Parallele Teatro
Enea dalla guerra di Troia fugge tra gli sconfitti, profugo cerca una nuova patria per le sue genti, si insedia in nord Africa, a Cartagine, ma un comando divino gli impone di recarsi nella penisola Italica e fondare una nuova stirpe e un nuovo impero.
È così che nasciamo noi, gli italiani.
Come profughi siamo arrivati, come profughi siamo ripartiti e tornati negli archi sinuosi e ripetitivi della storia umana. Ci siamo insediati. Abbiamo avuto l’ambizione di partecipare, la voglia di vita, abbiamo vissuto l’accettazione cieca di modelli. È questo quello che avviene anche ai profughi di oggi. Vengono per stare bene (meglio), per vivere come noi, per assumere i nostri modelli… Ma non è di questo che tratta questo spettacolo…
Anche noi siamo profughi in patria, alla deriva verso modelli televisivi precotti, con la fame vorace di partecipare alla grande festa, all’immenso show, alla premiazione delle premiazioni… corrotti, ambiziosi, superficiali, maliziosi, furbi e pornografici sono i nostri anni. Venite allora, venite tutti sul sellino della giostra più dolce che c’è. Non c’è da pensare a(n)nulla. Solo vivere. Delicatamente vivere. Serenamente vivere. Miseramente vivere.